Un pò di storia...

La nostra storia incomincia nel lontano 1234.  Su richiesta del papa Gregorio IX (lo stesso pontefice che il 17 settembre 1228 approvò il Privilegium paupertatis delle Damianite) un gruppo di “Poverelle”, inviato da S. Chiara che all'epoca era "reclusa" con le sue compagne nel monastero di S. Damiano in Assisi, si trasferì a Roma nel Monastero di S. Cosimato in Trastevere di proprietà fino allora dei Benedettini, al fine - come voleva il Pontefice - “di mitigare con la vita di preghiera e di sacrificio l’ira di Dio sulla città eterna”.

Una nuova spiritualità venne introdotta in Trastevere con l'Ordine francescano. Prima, nel 1229, la chiesa di S. Biagio, dipendente dai monaci benedettini di S. Cosimato, venne ceduta ai Francescani, prendendo il titolo di S. Francesco a Ripa. Appena cinque anni più tardi Gregorio IX consegnò al II Ordine francescano (successivamente denominato Ordine di S. Chiara) lo stesso monastero dei SS. Cosma e Damiano in Mica Aurea, meglio conosciuto sin dal XIII secolo come  “S. Cosimato”, corruzione popolare di Cosimo o Cosmato, uno dei santi fratelli che subirono il martirio in Siria durante la persecuzione di Diocleziano agli inizi del IV secolo. Secondo la tradizione i santi Cosma e Damiano esercitarono la medicina gratuitamente e, pertanto, attualmente sono considerati quali protettori dei medici e dei farmacisti ed invocati particolarmente nelle malattie.

L'insediamento delle Monache in S. Cosimato avvenne, quindi, nel periodo iniziale di creazione dell'Ordine, prima ancora dell'approvazione della Regola di Chiara nel 1253.

I rapporti fra i Francescani e la nobiltà romana erano stati stabiliti da Francesco durante i suoi pellegrinaggi a Roma negli anni Venti del Duecento, e le Clarisse in S. Cosimato potevano contare sulla protezione dei Frangipane, degli Orsini e delle famiglie a loro stesse imparentate, poiché molte Clarisse appartenevano a famiglie del ceto dirigente locale. Inoltre, allora, come nei secoli successivi, numerosi Pontefici facevano visita periodicamente al monastero.  Fra di essi, si ricorda in modo particolare nel XIX secolo, il papa Pio IX.

Nel 1447, la beata Margherita da Sulmona proveniente da S. Lucia di Foligno, insieme ad alcune Consorelle e con l’aiuto di S. Giovanni da Capestrano, intraprese la riforma del monastero romano, con la quale le Clarisse di S. Cosimato professarono la Regola di Chiara.  Il corpo della beata Margherita fu sepolto nella chiesa del monastero trasteverino dove si trova ancora oggi.

In seguito, S. Cosimato potè vantare la fondazione del monastero di S. Chiara in Orvieto nel 1493 e di quello di S. Maria delle Grazie, oggi Chiesa del Carmine, in Civita Castellana, avvenuta nel luglio del 1548, e, nei secoli, si assunse un notevole impegno riformistico.  Nel 1493 fu riformato il Monastero dei SS. Simone e Giuda in Viterbo, attualmente presente in Vitorchiano con il nome di S. Maria delle Grazie.  Nel 1517, Sr. Violante Savelli, insieme ad altre tredici Sorelle di S. Cosimato, su richiesta del papa Leone X, fu mandata in qualità di Abbadessa al monastero di S. Lorenzo in Panisperna per ristabilirvi la “regolare osservanza”.  Verso la metà del 1500, Sr. Serafina Cavalieri ricevette l’obbedienza dal Ministro Generale dei Frati Minori, su commissione del papa Pio V, di inviare sette Sorelle a S. Silvestro in Capite per “ridare vita” allo stesso monastero.  Nel 1668, la Madre Giovanna Evangelista Della Porta con la sua sorella carnale Sr. Flavia Domitilla, su richiesta del papa Clemente IX, riformò il monastero di S. Chiara a Velletri e successivamente quello di Ferentino.  Infine, nel 1911, la Madre Chiara Francesca Martinetti fu nominata Abbadessa in S. Lorenzo in Panisperna per risolvere alcuni problemi sorti nella Comunità di questo monastero. 

Per lunghi secoli la vita delle prime Clarisse romane trascorse serena, se si eccettua il Sacco di Roma del 1527, durante il quale le settanta monache dovettero lasciare S. Cosimato, che venne devastato e incendiato, per rifugiarsi nel monastero di S. Lorenzo in Panisperna dove restarono per dodici mesi.

Ma dopo la soppressione degli Ordini religiosi, numerosi travagli furono riservati alle “Cosmatane”. Il monastero venne soppresso ad opera del Governo francese in Italia con decreto imperiale del 7 maggio 1810.  Alle Sorelle fu assegnato il convento di S. Silvestro in Capite.  Nel 1814 il monastero venne restituito alle Clarisse, ma i beni non venduti all’asta furono restituiti solamente l’anno successivo.  Alcuni anni più tardi, durante gli scontri della Repubblica Romana (1848-49), le Sorelle furono nuovamente trasferite nel monastero di S. Lorenzo in Panisperna.

Quando la vita in S. Cosimato era ripresa normalmente, il 12 agosto 1891, Festa della Madre S. Chiara, l’Abbadessa ricevette l’ordine ufficiale di lasciare S. Cosimato con un Atto di esproprio della Congregazione Religiosa e un successivo Atto di cessione e consegna del monastero al Comune di Roma per la trasformazione del monastero di S. Cosimato in ospizio. Dal 1960 lo stabile è sede dell’Ospedale Nuovo Regina Margherita.

L’ 8 maggio del 1892 la Comunità si trasferì a S. Gregorio al Celio, nella parte donata, non molto di buon grado, dai Monaci Camaldolesi.  Le ultime Sorelle a lasciare S. Cosimato furono la Madre Abbadessa, le due Sagrestane e una giovane postulante, alle quali non fu permesso di portare alcuna cosa fuori dal monastero.

Nel 1920, per la necessità di recuperare i locali di S. Gregorio, appartenenti al Fondo Culto, il Municipio di Roma obbligò la Comunità a lasciare la casa in pochi giorni.  Il Ministro Provinciale dei Frati Minori si prese cura delle Clarisse e acquistò, non potendo trovare altro, un piccolo villino di sedici vani, due cantine e un pezzetto di terreno fertile in Via Aurelia, presso la Madonna del Riposo.  Parte dei beni del monastero furono depositati dai Passionisti dei SS. Giovanni e Paolo e parte dai Camaldolesi di S. Gregorio, ma, poiché incustoditi, molti di essi furono sottratti. Le Clarisse, così, dovettero assistere allo smembramento e dispersione del cospicuo patrimonio artistico-culturale del protomonastero romano. Gran parte dei beni, di fatto, non fu mai restituita.

La Comunità, allora composta da 21 Sorelle, si trovò molto a disagio per lo spazio angusto della casa, ubicata in aperta campagna, dove le mura della clausura consistevano in una semplice siepe.  Tuttavia, nello stesso 1920, sotto la direzione del Ministro Generale del Terz’Ordine Regolare, P. Arnaldo Rigo, ebbe inizio la costruzione di un nuovo monastero sul Colle Vaticano.  Le Sorelle vi si trasferirono nel 1926.  Finalmente esse potevano godere di un fabbricato nuovo e funzionale che, benché povero, offriva un’ accogliente cappellina pubblica e tutto lo spazio conveniente alla vita contemplativa. 

La serenità di questi anni fu presto oscurata da un ulteriore trasferimento forzato.  La Santa Sede comprò la vicina Villa Staderini per fabbricare il Seminario Romano Minore e, siccome mancava il locale addetto alle suore inservienti, richiese il nuovo monastero che le Clarisse avevano costruito con tanti sacrifici.  Esse furono costrette ad ubbidire e a trasferirsi, il 27 maggio 1933, in un fabbricato in via Ambrogio Contarini, non lontano da Porta S. Paolo, vicino alla Piramide Cestia.  Il nuovo monastero, costruito dalla Santa Sede senza alcuna supervisione esterna né da parte del Cardinale protettore né da parte dei Frati Minori, era costituito da pochi e modesti locali e, oltretutto, era privo di fondamenta sicure.

Negli anni successivi, le Sorelle Clarisse, con sforzi personali, hanno continuato ad apportare ampliamenti e miglioramenti alla struttura, tali da consentire una regolare vita contemplativa e fraterna.